Questo è un articolo a cui tengo particolarmente. Mi sta a cuore fare chiarezza su quella che forse rappresenta la tematica più controversa del periodo e sulla quale dopo 8 anni di attività sul web, risulta più che doveroso da parte mia esperimere il mio personalissimo pensiero. Vi avviso, probabilmente mi dilungherò!
I tempi cambiano, questo lo sappiamo bene. Quando ho iniziato a fare blogging, il beauty era un settore già particolarmente diffuso tuttavia ancora popolato da persone che come me erano guidate semplicemente dalla passione per il make up e per la cosmesi e desideravano fornire un contributo sotto forma di recensione che potesse in qualche modo risultare utile alla community. Una passione “sana” e tutto sommato senza troppe pretese se non quella di vedere apprezzato il proprio operato in termini di visibilità (questo almeno per quel che riguarda me!).
Inizialmente, se mi conoscete da anni, sapete che ho più volte ribadito che quando ho deciso di aprire il blog, non avrei mai pensato nè immaginato di riuscire a creare un vero e proprio “punto di riferimento” del mio settore: certo, son consapevole che non si finisce mai di imparare e di migliorare ma attualmente posso ritenermi comunque soddisfatta. Bene, in 8 anni ho visto il mio settore cambiare, evolversi (oddio, più che altro involversi!) e prendere una piega che ad oggi non mi piace affatto.
Ho deciso per questo di appoggiare la causa intrapresa da Valentina, che su Instagram trovate come The life of a bee, creatrice dell’hashtag #NotForFree e condivisa da tutte le “colleghe” che come me, lavorano sul blog da anni e meritano di vedere il proprio lavoro apprezzato e debitamente retribuito come è giusto che sia.
Partiamo quindi dall’inizio: “una volta c’era la pubblicità, ora ci sono le blogger/influencer” questo perchè l’influencer marketing fa parlare il prodotto X con la voce di “un’amica”, di una persona scelta come “testimonial” che faccia essa stessa parte di una community risultando così più vera e credibile. Le Aziende questo lo hanno capito molto bene e cogliendo la palla al balzo si sono rese conto che grazie a noi blogger, hanno in mano una miniera di leads e un potenziale incremento del proprio fatturato pressochè inquantificabile. Noi, con la nostra semplicità, il nostro modo di esprimerci e di mostrare ciò che con dedizione proviamo, riproviamo, testiamo, siamo POTENTI. E anche molto.
Questo tuttavia ha un rovescio della medaglia che per me e che per chi come me è un libero professionista con P.iva e che col blog ci LAVORA rappresenta un danno non indifferente. Vi starete sicuramente chiedendo ” come mai rappresenta un danno se ricevi prodotti gratis quotidianamente da testare e recensire senza spendere un euro?“. Tutto bello, tutto straordinariamente figo…ma anche no! Ecco, il nocciolo della questione è esattamente questo, ma occorre prima di venire al sodo, fare un piccolo passo indietro.
Ad oggi essere blogger o influencer che dir si voglia, viene interpretato come un “ma si, mi butto anche io nel mischione pur non avendo competenze di sorta, faccio due foto debitamente post prodotte, catturo qualche like così le aziende mi notano e mi mandando cose gratis”. Ecco, il problema è questo. Ed è la base della discussione. Di contro infatti le aziende non vedono l’ora di catturare questi soggetti ingolosendoli con gli invii gratuiti in modo da ottenere un discutibile 100 a costo praticamente ZERO.
Questo cosa significa? che è una situazione penalizzante quanto frustrante per chi come noi, vede nel blog la propria REALE attività lavorativa, cerca di curare le pubblicazioni nei minimi dettagli, di creare piani editoriali personalizzati che possano soddisfare l’Azienda, di fornire un’adeguata visibilità con dati e metriche alla mano pianificando le opportune strategie a monte. E’ penalizzante perchè nel momento stesso in cui contatto o vengo contattata per una collaborazione e fornisco tutti i dettagli del caso mediante un chiaro prospetto scritto relativo a come ho intenzione di lavorare, tutto appare fighissimo e l’Azienda ne appare entusiasta. Quando poi si inizia a parlare della parte economica attraverso il PREVENTIVO, li ci si addentra nel nulla cosmico. Nella migliore delle ipotesi, l’Azienda evapora nel nulla, nella peggiore, mi sento rispondere “eh, ma le tue colleghe vogliono solo i prodotti, a noi collaborazioni retribuite non ci interessano”. Ok, tutto molto bello. Peccato che come giustamente ha sottolineato Valentina nelle sue stories, io al supermercato la spesa non la pago in sieri viso e se porto i miei rossetti al commercialista quando è il momento di compilare l’F24, mi ride in faccia!
Ora facciamo due conti: un brand che decide di rivolgersi ad un’agenzia di marketing deve avere un budget considerevole da investire che prevede un’analisi di mercato completa, relativo piano di sponsorizzazione e promozione unitamente alla ricerca di eventuali influencer da coinvolgere nel progetto. Posso solo confermare quanto detto anche dalla stessa Valentina in quanto io stessa sto frequentando un Master in Social Media Management e certe dinamiche con relativi costi le studio e vedo quuotidianamente. Stiamo parlando di cifre che si aggiorano intorno ai 15.000€/25.000€ + IVA a seconda dell’agenzia e i costi lievitano considerevolmente se ci aggiungiamo un’eventuale gestione dei social e conseguente piano editoriale e produzione di contenuti su quelli che sono i canali istituzionali.
Quanto costa invece al brand inviare 5/6 una decina di blogger di medio livello? Ecco, esageriamo pure contemplando quelli che sono i costi di produzione dato che il ricarico in questo caso non esiste. 300€? 400€? toh, esageriamo e facciamo 500€ . Viene da sè che con la modica cifra di 50€ si assicura pubblicità gratis rendendo felice la blogger che si accontenta.
Ora, che il brand voglia risparmiare è più che lecito, ma rendiamoci conto di una cosa, anzi, di due: questa dinamica non solo svaluta l’operato di chi nel proprio blog ci investe soldi (si perche’ il dominio, il webmaster che mi da una mano quando occorre e la formazione non sono gratis), tempo e fatica ma pregiudica la credibilità di un settore che pur avendo un potenziale altissimo rischia di sgretolarsi complice la scelta appunto di “influencer” improvvisate e per nulla all’altezza della situazione che pur di ricevere prodotti omaggio venderebbero anche la famiglia! Tutto questo per non voler spendere magari un centinaio di euro per retribuire il lavoro ben fatto di un gruppo di blogger selezionate, competenti e professioniste, col rischio però di vedersi disintegrare la propria brand reputation (cosa che molte aziende non sanno nemmeno cosa sia ma tralasciamo!)
Ovviamente stiamo parlando di brand affermati e multinazionali, che di norma sono quelle che maggiormente storcono il naso di fronte ad un preventivo in quanto avendo il nome, partono già dal presupposto che da parte nostra “tutto sia dovuto/scontato. Esistono tuttavia aziende piccole, relativamente nuove che non possono materialmente sostenere costi extra e questo è sicuramente un caso a parte più che comprensibile sia chiaro!
Ma quali sono le domande e le perplessità più diffuse circa l’attribuire il giusto valore al nostro lavoro? Eccole riassunte di seguito, vediamone una panoramica.
- “Il blog per me è solo una passione e non un lavoro”: è implicito che tutte noi siamo in primis guidate dalla passione per ciò che facciamo. Nessuno ci punta una pistola in fronte nè ci costringe a testare, recensire, scrivere, editare e post produrre finendo per farci cadere gli occhi sulla tastiera! Se non è passione questa cos’altro può essere? Tuttavia al tempo che investiamo nei nostri progetti è giusto saper attribuire un valore numerico espresso in cifre che quantifichi in qualche modo tutto quello che c’è dietro alla produzione di un qualsivoglia contenuto.
- “A me basta essere ricambiata con i prodotti omaggio”: ecco, questo è il fulcro della diatriba nonchè la piaga di tutta questa situazione. Accettando laqualunque purchè gratis, si finisce inevitabilmente per danneggiare tutta la categoria auto-svalutando le proprie capacità e il proprio valore. Ci si fa sfruttare a che pro? Per una crema? Per un rossetto gratis? Per fornza poi le aziende ci marciano se siamo noi per prime a non avere considerazione e rispetto per noi stesse! Evitiamo poi di commentare chi recensisce gratuitamente dalla carta igienica alle crocchette per il gatto. Preferisco evitare.
- “Io però non ho un profilo IG o un Blog con metriche significative”: non nascondiamoci dietro un dito. Un compenso lo può richiedere chiunque, sempre proporizionato alle proprie metriche ma questo non significa che un blog ben fatto, curato e gestito con passione e competenza ma con 1000 visite uniche mensili, non abbia nulla da offrire rispetto al blog navigato che di visitatatori unici ne conta 50K al mese. Spesso dietro ai piccoli blog e profili c’e’ una community più fedele e reattiva che genera comunque leads e vendite per l’azienda, e anche se fossero solo 2 o 3 al mese determinano comunque fatturato. Le aziende furbe secondo voi ci sputano sopra? Certo, a monte deve esserci un lavoro ben fatto e strutturato ad hoc da parte della blogger.
- “Ma io non so come farmi pagare e/o non ho P.Iva”: problema facilmente risolvibile. Con la ritenuta d’acconto è possibile attenersi ad una soglia di guadagno fino 5000€ lordi annui. In rete Googlando sono disponibili millemila modelli gratuiti semplicemente da compilare previa il ricevimento del pagamento, che può essere erogato tranquillamente tramite bonifico bancario o qualunque altra forma di pagamento tracciabile. Io per comodità mia, dal momento in cui difficilmente faccio collaborazioni “occasionali” ho preferito optare per la P.IVA a regime forfettario la cui apertura è totalmente gratuita ( se può essere utile redigero’ un articolo a riguardo). Detto questo che problema c’e’?
- “Ma se io richiedo un compenso e l’azienda non accetta, non ricevo nè soldi nè prodotti omaggio”: beh, io ho molto rispetto per me stessa. Le Aziende devono capire che la pubblicità comunque deve essere opportunamente retribuita e dato che il mio lavoro ha un valore, io per prima lo rispetto e pretendo che sia rispettato anche dagli altri. Questo se si desidera lavorare con me, sia chiaro. I prodotti non devono essere un elargizione, ma parte del piano pubblicitario ed esulare quindi dal pagamento del compenso richiesto e più che lecito. Come posso parlare di un prodotto se non ho la possibilità di utilizzarlo? La pubblicità si paga. Punto. Senza sè e senza ma… all’Estero le collaborazioni sono avanti anni luce rispetto a noi. Le blogger se non ricevono un compenso adeguato si rifiutano anche solo di aprire il CMS del blog, come è giusto che sia. Le aziende lo sanno e hanno a disposizione un budget proprio per questo genere di attività. Ricordiamocelo. Si parla di RISPETTO per noi stesse e per il nostro lavoro.
- “Come quantifico il compenso da richiedere?”: Dovete essere voi a saper quantificare il tempo e l’impegno che investite nella gestione di una collaborazione tenendo conto dei tempi previsti per la produzione di testi, immagini, contenuti social ecc.proporzionando il tutto alla visibilità che con i vostri riferimenti siete in frado di offrire. Cercate semplicemente di essere obiettive ed oneste. Solo voi potete definire il compenso corretto, la parola d’ordine resta tuttavia OBIETTIVITA’.
Per concludere parliamo della mia esperienza, credo comune a molte che reputo professioniste come me.
In 8 anni di attività posso dire di averne viste di tutti i colori…anche io come Valentina ho avuto a che fare con aziende che prima ti riempiono di complimenti e che dal momento in cui fai presente il tuo tariffario evaporano alla velocità del suono o ancor peggio quelle che pur accettando l’idea del compenso, azzardano richieste e pretese extra su cui ho imparato a porre subito dei paletti, fermo restando che il blog è mio e lo gestisco come ritengo opportuno.
Fino ad un paio di anni fa anche io “lavoravo gratis”, mi sentivo quasi in imbarazzo anche solo a pensare di richiedere un compenso che rendesse merito al mio lavoro. Ho smesso e mi sono svegliata nel momento stesso in cui mi sono resa conto che il gioco non valeva più la candela e che era giusto sopratutto per RISPETTO di me stessa, iniziare a concretizzare i miei progetti quantificando in denaro l’impegno che essi richiedevano. Anche io son partita con la ritenuta d’acconto e da poco ho la mia P.IVA, pago le tasse e il commercialista e l’obiettivo è sicuramente mantenermi grazie alla mia passione e a quello che amo. Scrivere appunto. Perchè oltre a dedicarmi al blog, faccio la copywriter freelance ma sono io a fare il prezzo dei miei redazionali e mai e poi mai mi sognerei di accettare lavori da 2.00€ per 1000 parole. Mi sembrerebbe di insultare le mie capacità e le mie competenze gettando al vento quella che è stata la mia formazione professionale.
Così vale anche per le collaborazioni: sono io che offro un servizio e le scelte redazionali devono essere a mia discrezione. Posso scegliere di accettare collaborazioni gratuite valutando il brand, ma di certo deve essere un’eccezione e non la regola. E’ ora di dire basta alle Aziende che sfruttano senza nemmeno un grazie, che non si degnano nemmeno di condividere il nostro lavoro o di dare un feedback o che ancor peggio spariscono senza nemmeno degnarci di una risposta o di una motivazione articolata. Io non tollero questo atteggiamento. LAVORO e desidero totale rispetto di quello che faccio.
Le cose devono cambiare ma dobbiamo impegnarci tutte, e responsabilizzarci se desideriamo che questo realmente avvenga. Impariamo a rispettare la nostra professionalità.Il nostro valore non è quantificabile con una crema o un rossetto. Credetemi.
Un’ultima doverosa precisazione: NON CI SI IMPROVVISA BLOGGER. Questo significa che non si può pretendere una retribuzione dall’oggi al domani se alle spalle non esiste competenza, professionalità. Non sono due foto e un articolo approssimativo a donare tale definizione. Una retribuzione la merita chi col tempo si è costruito una credibilità, un progetto solido e curato che migliora giorno dopo giorno in modo da offrire un reale VALORE che meriti tale compenso in grado di offrire all’azienda un ritorno in termini di visibilità. Essere blogger non significa ottenere guadagni facili presto e subito, tutt’altro…siatene consapevoli. Come non vogliamo essere prese in giro noi, di contro non è nemmeno giusto prendere per i fondelli le aziende. Torna ancora una volta l’onestà prima di tutto.
Vorrei che ci rifletteste facendomi sapere cosa ne pensate a riguardo! E se anche voi volete aderire alla diffusione di questo articolo creandone uno vostro o semplicemente un contenuto social ricordatevi l’hashtag #NotForFree.
Ringrazio ancora Valentina The Life of a bee per averne parlato su Instagram e per avermi ispirata, e vi invito a visitare ovviamente anche il suo blog in questa pagina.
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A parte il tuo scritto ben articolato e completo, ti faccio un plauso per la tua determinazione. Mi è piaciuto ciò che hai scritto e da questo si evince la passione e la cura che ci metti nel tuo blog. Ogni lavoro deve essere remunerato, concordo personalente è una passione, ma chissà in futuro.
Ti ringrazio, mi fa molto piacere che questo traspaia, è il mio obiettivo! Io al mio spazio ci tengo come un figlio, lo curo, lo coccolo e cerco sempre di migliorarlo e migliorarmi. E’bello vedere che si percepisce. Grazie
Ciao Valentina, ho letto il tuo articolo. E mi sono rivista in quasi tutto ciò che hai scritto. Io ho lasciato il lavoro da poco per realizzarmi in quello che cerco di fare nel migliore dei modi e con professionalità, purtroppo non viene capito il reale valore di un articolo o di un post. Al momento non la p.iva ma uso la prestazione occasionale e abbraccio la vostra causa! #NotForFree
Grazie mille per l’appoggio! <3 Io sono Veronica, Valentina è la mia "collega" che ha lanciato questa discussione! Purtroppo hai ragione ed è quello il lato brutto che il più delle volte non viene percepito. Io spero sempre cheprima o poi quella del blogger venga regolamentata come una professione a tutti gli effetti. A noi il tempo e la fatica oltre che l'impegno non ce lo regalano mica!
Concordo assolutamente con te, purtroppo chi non si fa pagare sminuisce la professione. Fare il blogger è un lavoro e come tale deve essere retribuito!
Quoto, chi non fa questo lavoro non può capire l’impegno che c’e’ dietro un singolo articolo!
Parlo per il mio lavoro, sono una grafica e certe volte sono la prima a non prendersi seriamente. ATROCE!
Sul resto, hai ragione, l’impegno serve in tutto, I blog non fanno eccezione.
Grazie per aver capito la causa!!! L’impegno è essenziale!
Quoto ogni parola! sta diventando una situazione a dir poco imbarazzante, aziende che fatturano l’anima dei soldi che dicono di non avere budget per la pubblicità e pretendono articolo sul blog, post su facebook, instagram (non apro il capitolo IG perchè ho il dente avvelenatissimo), twitter e se avessi un canale youtube vorrebbero pure un video in cambio di una manciata scarsa di campioncini. ma stiamo scherzando? grazie a noi hanno pubblicità mirata su un target ben preciso, ogni persona che legge i nostri articoli è interessata all’argomento e la vogliono gratis. lasciamo perdere quelli che hanno pretese assurde e non hanno capito che siamo noi le creatrici di contenuti. Tu e Valentina avete assolutamente ragione, #NotForFree
Guarda, ti dico solo che giusto una decina di giorni fa, un’azienda con cui (purtroppo) ho scelto di lavorare gratis (complice il valore notevole dei prodotti e faccio un mea culpa), ha avuto il coraggio di trovarmi da ridire perche’ dopo aver inserito nell’articolo ben 5 link di rimando a loro, mi son permessa di mettere sul finale un link di affiliazione di un partner dove è possibile reperire i prodotti. Ho fatto presente che per le esclusive ho un tariffario ben preciso e bon…mi son beccata della “disonesta”….
Concordo pienamente con quello che hai scritto,posso dire che nel mio caso è già un passo per quello che tratto e va bene così.
Un articolo che tratta un problema “scottante”, ma è assolutamente vero che il lavoro debba essere giustamente retribuito. Io ho il blog relativamente da poco ed in realtà non ho avuto ancora vere e proprie collaborazioni, ma se devo lavorare gratis allora preferisco andare avanti solo come semplice passione.
Io ho iniziato per passione, devo dire che ho iniziato con i prodotti in cambio di pubblicità, quando sono cresciuta ho richiesto pagamenti in cambio, ma non è affatto semplice, proprio perchè molte persone accettano di tutto per accaparrare più cose possibili, ci sta anche il problema di quanto farsi pagare, io ho visto accettare 10 euro per un post, non è affatto semplice a stare a galla oggi giorno. Per quanto riguarda le ditte molte non comprendono ancora questo lavoro.
Io ho iniziato da poco
Non è stato ne uno scherzo ne un gioco
Quello che ho sviluppato risponde ad un progetto e per quello tengo al fatto che non sia confuso nella mischia
ciao. Io prima di tre anni fa recensivo per passione poi mi sono resa conto della differenza tra me e altre colleghe che nel frattempo avevano costruito qualcosa di meraviglioso qui nel web. Insomma ho cominciato a riflettere su questo mondo e su come giustamente mio marito continuava a dirmi che ero una cretina a farmi sfruttare per 20 euro di merce, spesso anche fallata.
Così con mia figlia abbiamo deciso di cambiare ottica e abbiamo creato atrendyexperience. Ora, a distanza di due anni esatti da allora il nostro blogmag sta decollando. sono già mesi che abbiamo cominciato a raccogliere i primi frutti positivi del nostro lavoro. Ci tengo a dire che in questi due anni abbiamo studiato per arrivare a oggi. Seo, Yoast, come ottimizzare i contenuti, scrittura creativa. Non si nasce blogger dal niente ma se non si fa nulla per migliorare è inutile aspettare il miracolo.
Il problema è che tante colleghe preferiscono rimanere nell’ombra e accontentarsi del prodotto, scrivendo giusto per scrivere. La passione ce l’hanno davvero poche di loro. Io non conoscevo questo movimento #notforfree e ora rifletterò su come portare a mia volta il mio contributo. Perché per quanto mi riguarda, seppur non mi sposto da casa, ogni articolo che scrivo sono ore e ore di lavoro, tra ricerche, creazione di contenuti e di immagini. Una piccola opera insomma. Questo mi ha portato a capire il concetto che hai appena espresso. Nel mio caso ci vorrà forse ancora un annetto prima di buttarmi nel mondo della partita iva. vado molto cauta perché insomma è un bel passo. Ad ogni modo approvo ogni parola che hai detto, che vale per tutte le blogger e le influencers che si accontentano di due minuti di notorietà gratuita giusto per apparire. furbette tutte le aziende che lo hanno capito e che sfruttano questo momento.
Ho lavorato gratis in passato sperando che poi mi avrebbero retribuita in seguito. Pessima idea. Mai lavorare gratis!
Una tematica scottante. Io sono entrata da poco nel mondo del blogging ma il mio blog è collegato anche alla mia attività lavorativa e per questo ho investito molto su di esso in termini di tempo ma anche economici, frequentando numerosi corsi. Capisco che molti non siano interessati a renderlo il loro lavoro principale ma nel momento in cui si accetta una collaborazione, che lo si faccia come primo, secondo, terzo o decimo lavoro è sempre LAVORO ed è giusto farlo nel migliore dei modi ed essere retribuiti.
Hai perfettamente ragione. Sono nella blogosfera da poco, ma ho gia capito che produrre contention di qualità costa molto tempo. Proprio recentemente mi è stata proposta una collaborazione in cui mi avrebbero regalato un prodotto in cambio di pubblicità…ho rifiutato. Not for free.
Articolo giustissimo. Concordo su tutto. Ho accettato inizialmente qualche scambio merce ma da qualche mese accetto solo collaborazioni retribuite e rifiuto le altre. Il lavoro fatto bene merita di essere retribuito.
Il tuo articolo è un buon punto di vista, ma te ne presento un altro: io faccio la blogger da 1 anno e non ho mai preso una lira per i post che produco. Ma da quando ho il blog ho incrementato la mia attività di content writer e giornalista del 300 per cento. Lo uso come “vetrina prodotto” di me stessa. E’ un investimento più che una fonte di guadagno diretta.
Aggiorno il blog tre volte alla settimana e sono diventata un punto di riferimento per il mio territorio.
Anche io ho sempre fatto cosi, ma credimi che alla lunga non paga, le visite uniche fanno piacere ma alla fine non ti danno da mangiare. Se il lavoro è di qualità e proponi comunque un brand o una struttura alberghiera non vedo perchè farlo gratis. Un discorso di qusto genere va bene quando sei all’inizio e devi comunque farti conoscere e mostrare la tua professionalità.
Condivido ogni parola della tua analisi, anche se non sono un professionista del web. Anche se ho aperto il mio blog per gioco sto ricevendo diverse richieste di collaborazione, ovviamente gratuite. Spesso si presentano come stratup in cerca di maggiore visibilità tramite un articolo o un banner pubblicitario. Inizialmente mi facevo qualche scrupolo a non accettare, ora ringrazio e saluto cordialmente.
Fai benissimo, le aziende ci marciano perche’ purtroppo trovano persone che accettano qualcunque cosa in silenzio pur di esibire collaborazioni che poi all’atto pratico si rivelano perdite di tempo.
Si, concordo su tutta la linea. é un post che andrebbe fatto girare molto, per far capire a tanti cosa vuol dire fare questo come lavoro e non come semplice
Grazie, purtroppo in troppi ritengono che sia solo un passatempo senza capire il tempo che ci si investe a monte per fare le cose al meglio!
Ciao Veronica, hai perfettamente colto il punto della situazione. Oggi esistono migliaia di blog, blogger, influencer etc e siccome tutti vogliono “arrivare” la competizione è assurda, a volte ci facciamo male fra di noi. Accettare di lavorare “free” è un male ovunque, perchè significa per primis non dare valore al tuo tempo, al tuo lavoro! Quindi sono anche io per il #notforfree … ma questo deve essere un messaggio che, tutti coloro che hanno un blog, da piccolo a grande, dovrebbero far proprio, altrimenti non arriveremo mai a dare valore a ciò che facciamo. Brava Veronica, puntiamo sulla forza del gruppo 🙂
Hai perfettamente ragione, anche se purtroppo noto con enorme disappunto che negli ultimi anni la collaborazione si è andata a far benedire. Troppa competizione, invidia e qualunquismo che alla fine non fanno altro che rovinare il settore. Io spero sempre in un cambiamento…chissà!
Brava, argomento centrato! Lavorare gratis non è lavorare. Per quanto essere un blogger possa essere un hobbie, molti pensano che divertendoci non sono tenuti a pagare le nostre idee, la nostra visione e la nostra capacità di aiutare un brand a crescere.
Ecco appunto, hai afferrato in pieno il significato dell’articolo! E’ bello sapere che tanta gente ha questa stessa visione. Possiamo cambiare le cose se vogliamo, basta creare una community unita che si impegni per rispettare il proprio lavoro senza svalutarsi!
Sono nel mondo dei blog da pochissimo. Troppo poco per poter dire la mia in merito alle collaborazioni. Posso dire però che sto notando ora in prima persona quanto lavoro c’è dietro anche il solo “farsi conoscere” un po’ e far aumentare le visualizzazioni. Ma visto da fuori sembra più un passatempo e un gioco. Quindi credo che questa lotta non finirà mai, purtroppo.
Io spero sempre che chi attualmente pensa che gestire un blog sia un hobby si possa ricredere. E’ vero che molti lo gestiscono “tanto per” ma chi lo fa con dedizione ci investe anima e corpo!