Questo articolo non è altro che un “amaro” (passatemi il termine), update di quella che è stata la mia esperienza con il
Sistema Acrilico Ad Immersione proposto da
La Femme® Professionnel che vi avevo illustrato in
questo articolo.
Non mi staro’ a dilungare eccessivamente circa le caratteristiche di questo sistema (trovate tutto nell’articolo che vi ho linkato) per non essere ripetitiva: si tratta comunque di un sistema costituito da una “resina” e da una polvere acrilica in cui immergere l’unghia dopo aver applicato la resina stessa sulla superficie adeguatamente preparata, che attraverso specifici step costituisce una sorta di copertura dell’unghia naturale.
Tutto questo dovrebbe rappresentare un rinforzo dell’unghia naturale utile se debole o che tende a spezzarsi facilmente.
Dico “dovrebbe” in quanto, nonostante il mio entusiasmo iniziale dato da un sistema che doveva essere innovativo, ho dovuto mettere il freno a mano di fronte ai risultati derivati dalla rimozione.
Premetto che non ho nulla da eccepire contro gli smalti semi-permanenti Non-Stop Color che ho apprezzato molto sia presi singolarmente che in combinazione con Easy Design.
Il sistema infatti, dal punto di vista del concept non è affatto male. Consente di realizzare una copertura dell’unghia naturale, piuttosto rapidamente e senza la necessità di chissà quali competenze e abilità almeno da quanto dichiarato dall’azienda. Credo che l’errore dell’azienda sia proprio questo: il concepire un kit tutto sommato semplice facendolo passare come adatto anche a neofite che tuttavia risulta potenzialmente dannoso anche per chi al contrario ha le competenze necessarie e ha studiato approfonditamente l’argomento ricostruzione unghie con annessi anni di pratica.
Dico questo perche’ date le conseguenze subite dalle mie unghie, non potrei mai consigliare il kit, né a persone esperte, men che meno a chi approccia a questo genere di trattamento per le prime volte. A breve vi spiego le varie motivazioni. Sia chiaro, non ho nessuna intenzione di denigrare il brand, né tantomeno la carinissima Ilaria con cui ho avuto a che fare durante la collaborazione: il mio articolo vuole essere solo il racconto della mia esperienza: una delle mie classiche review dove può capitare che un prodotto X non soddisfi le mie aspettative.
Iniziamo subito con la prima foto dove si notano le mie unghie visibilmente rovinate, leggermente risanate da un trattamento rinforzante che sto effettuando.
Premetto che la riuscita del trattamento mi ha soddisfatta: la copertura mi è piaciuta, risulta durevole e tutto sommato piuttosto naturale. Allo stesso modo ho apprezzato la combinazione con i semi-permanenti Non-Stop Color.
L’applicazione di per sé non risulta difficile se si seguono scrupolosamente tutti i passaggi indicati da protocollo: tuttavia,e questo è stato un enorme errore mio, sono stata una sprovveduta:
presa dall’euforia di mettere alla prova Easy Design, non ho verificato le componenti che caratterizzavano le formulazioni dei prodotti, specie della resina che ahime’ ha determinato tutto cio’ che sto per raccontarvi.
La cosidetta Resin Glue presente nel Kit Easy Design non e’ altro che colla cianoacrilica, per intenderci la stessa che si usa per la ricostruzione con le tips (ormai fortunatamente in disuso per ovvi motivi), o piu’semplicemente il comunissimo Loctite Super Attack dove in entrambi i casi la formulazione e’ costituita da Ethyl-2-Cyanoacrylate (cianoacrilato di etile).
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Ne ho avuto il sospetto nel momento stesso in cui ho sentito l’odore. Purtroppo (ovviamente sempre colpa ed incuria mia), ho voluto effettuare comunque l’applicazione per poi pentirmene un paio di settimane dopo con la rimozione.
Lo ribadisco, mi addosso tutte le responsabilità, semplicemente perché sono andata sulla fiducia: non immaginavo che un prodotto potesse rivelarsi cosi dannoso e deleterio per le unghie, seppur utilizzato in minime quantità, ma capite bene che l’equivalente del SuperAttack steso a smalto sulle unghie non e’ proprio il massimo eh!
C’e’ tuttavia anche da dire che sul sito dell’azienda Aleas Cosmetics non viene riportata alcuna informazione circa la formulazione, o INCI, quindi e’ un po’ come acquistare a scatola chiusa.
La cosa che mi è dispiaciuta maggiormente è stata la presa di posizione da parte di chi ha rappresentato in quel momento l’azienda: quando ho spiegato il problema, mi è stata subito addossata la colpa (passatemi il termine), di aver rimosso male l’acrilico, di aver limato troppo e di non averlo messo a bagno nell’acetone (ohibo’).
Ora, parliamoci chiaro..sono sei anni che faccio ricostruzione unghie, SEI. In sei anni ho montato e smontato unghie in acrilico e in gel come se non ci fosse un domani: tutto questo su di me e sulle mie clienti. In questi anni NON ho mai limato male o troppo, non ho mai fatto danni a nessuno ne’ ricevuto lamentele di alcun genere, anzi… e credo, anche con un minimo di presunzione,di poter dire di avere esperienza dato che è il mio lavoro.
L’unica inesperienza che posso avere è legata all’utilizzo del cianoacrilato, sostanza potenzialmente dannosa quanto potenzialmente cancerogena al pari della formaldeide che è vero che viene impiegata anche in cosmesi, (non certo nella colla per ciglia finte come mi e’ stato detto!) ma che è altrettanto vero che nei prodotti strettamente cosmetici (le colle da ricostruzione appunto), non subisce alcun tipo di controllo a livello medico né possiede alcuna certificazione (ammesso che esista non e’ visibile al pubblico ma secretata per motivi che non ci e’ dato sapere) che ne attesti la sicurezza, o perlomeno non vi e’m documentazione visionabile dal cliente, cosa riscontratrata purtroppo su gran parte dei siti dedicati al settore nails.Si fa presto a dire di guardare l’inci: la 15enne che compra il kit e che di inci non ne capisce cosa fa??? Rispondetevi voi se volete….
Riporto suddetta affermazione documentata e tracciabile per chiarezza:
L’uso ripetuto e prolungato di colle a base di cianoacrilato è altamente nocivo, in quanto siffatti collanti, sebbene polimerizzano entro pochi secondi dalla rimozione dal contenitore, sono “sensibilizzanti” e causano “varie alterazioni ungueali … quali onicosi e distrofia della lamina, perionissi..” (Cfr. a titolo esemplificativo: Dermatologia professionale ed ambientale di Angelini-Vena Volume III ISED editrice Brescia 1999, pag 708).
E per chiarezza menziono anche questo:
La produzione e la vendita della colla per unghie rientra nell’ambito di applicazione della L.713/1986 e successive modificazione, che disciplina la produzione e la vendita di cosmetici, comportante responsabilità di carattere penale in caso di produzione o vendita di prodotti lesivi. Indipendentemente da defatiganti disamine volte a stabilire se i cianoacrilati siano ricompresi tra le sostanze che, ai sensi dell’art. 2, comunque non possono essere contenute nei cosmetici, si rileva che la messa in commercio della colla per unghie a base di cianoacrilati siffatti, lesivi per la pelle, in relazione ad un uso prolungato e costante, è comunque vietata a termini dell’art. 7, che costituisce la norma di chiusura del sistema. Tale articolo recita testualmente tutti “i prodotti cosmetici devono essere fabbricati….e venduti in modo da non causare danni alla salute umana se applicati nelle normali o ragionevolmente prevedibili condizioni d’uso, tenuto conto in particolare della presentazione del prodotto, dell’etichettatura, delle eventuali istruzioni per l’uso”. Ordunque, è accertato che la colla di cui si discute provoca, nelle normali condizioni d’uso, “varie alterazioni ungueali … quali onicosi e distrofia della lamina, con perionissi”, conseguentemente, ai sensi dell’art. 7, questa non può essere prodotta e ovviamente neppure venduta. Né può sostenersi che si tratti di una speciale colla per unghie a base di cianoacrialti, non nociva per la salute, perché prodotta con una particolare formula a base di policianoacrilati olicianoacrilati con un gruppo alchil estere più lungo di quello che si trova nelle super colle, in quanto il grado di nocività della stessa è dimostrata irrevocabilmente dalla gravità delle lesioni che possono essere provocate. Qui si tratta di una supercolla a base di 2-cianoacrilato di etile,”spacciata” per colla cosmetica. Difatti, come ripetuto più volte, le supercolle sono composti da tali policianoacrilati, che nulla hanno a che vedere con quelli usati in campo medico. Tali sostanze appartengono alla categorie delle sostanze pericolose in quanto irritanti. Più precisamente i preparati a base di cianoacrilati mecrilato 2-cianoacrilao di metile e 2-cianoacrilato di etile. sono preparati pericolosi, che non possono essere destinati all’applicazione sulle superfici esterne del corpo, la cui produzione e commercializzazione è soggetta a leggi speciali, che ne disciplinano l’imballaggio e l’etichettatura. Allo scopo di richiamare l’attenzione del consumatore sulla pericolosità del prodotto, onde evitargli lesioni fisiche dovute al contatto con lo stesso.
Sono informazioni noiose e lo capiscono ma servono, eccome se servono!
Nella migliore delle ipotesi puo’ provocare allergie di lieve o forte entita’ a seconda del soggetto, nella peggiore dermatite da contatto o ustioni cornee se entra in contato accidentale con la zona perioculare….traete le vostre conclusioni cosa peraltro documentata ampiamente
◆LA MIA ESPERIENZA◆
Ma veniamo alla mia esperienza diretta. Come ho effettuato la rimozione?
Premetto che la copertura era stata effettuata con tre immersioni come da protocollo.
Ho semplicemente limato la superficie ungueale con una lima a grip 100/180 (che per intenderci ha una grana sottile),lasciando come al solito uno strato protettivo che in linea teorica sarebbe dovuto rimanere al suo posto andando via via a scomparire con la crescita dell’unghia naturale.
Tuttavia il problema si e’ posto nel momento stesso in cui, il sottile strato di acrilico rimasto, ha iniziato giorno dopo giorno a sgretolarsi a cominciare dal margine libero, provocando delle vere e proprie fratture nelle unghie naturali che mi hanno inevitabilmente costretto a tagliarle.
Questo sarebbe il meno: se guardate bene la foto noterete delle piccole striature bianche: bene, quelle lo ammetto, mi hanno preoccupata al punto di andare dalla mia dermatologa per sottoporgliele: ecco, in parole molto semplici si tratta di onicodistrofia derivante dall’utilizzo proprio dal cianoacrilato che per fortuna non provocano dolore, ma pregiudicano di parecchio la salute e la bellezza delle unghie.
A tal proposito l’azienda avrebbe quasi preteso il referto medico, cosa che, su consulenza del mio legale non sono tenuta a fare se non nelle sedi opportune in base alla legge che tutela la privacy secondo il decreto legislativo n.675/96 art.23/4
Un disagio insomma…e ci tengo a specificare che non si tratta di alcun tipo di reazione allergica(E CI TENGO A RIBADIRLO VISTO CHE L’AZIENDA MI STA CONVINCENDO DEL CONTRARIO,SENZA NEMMENO AVER VISTO LE MIE UNGHIE E NONOSTANTE LA DIAGNOSI DI UNA DERMATOLOGA),ma semplicemente di un inconveniente dato dall’utilizzo della colla cianoacrilica.
La colpa è stata sicuramente mia che ho riposto fiducia nel prodotto, ma di certo forse andrebbe un attimo rivista la formulazione in quanto chiamare resina una comune colla chimica per di più potenzialmente dannosa è decisamente fuorviante. Esistono resine alternative, in chimica si può fare qualunque cosa..stiamo parlando di colla per tips applicata a strati in successione, e non credo sia un caso se sia l’utilizzo di tips che l’applicazione di unghie finte sia caldamente sconsigliata e fortunatamente ormai obsoleta.
Viene da sé che non posso consigliarvi il prodotto in quanto non voglio avere la responsabilità di eventuali danni subiti come nel mio caso. Una cosa è certa: credo che far passare questo kit come un’innovazione alla portata di tutte, comprese le meno esperte sia totalmente sbagliato. Una persona con poca esperienza, finisce per fidarsi alla cieca, rischiando ci compromettere seriamente la salute delle proprie unghie. E spero che l’azienda colga questo consiglio, riflettendo per un attimo sulla sicurezza delle clienti anteposta al numero di kit venduti.
Io dal mio canto ho imparato la lezione, ho pagato per un’incuria mia di cui mi assumo la responsabilità, anche se a volte, quella che viene definita come “cattiva informazione” viene fatta in primis dalle aziende che, invece di tirare semplicemente l’acqua al proprio mulino, paraculandosi (passatemi il termine), in ogni modo possibile ed immaginabile forse dovrebbero fermarsi un attimo a pensare: prendendo per buono che su milioni di kit venduti, sono stata la sola ad incappare in questo inconveniente, questo significa che io e la mia pelle valiamo meno della massa o che devo aver avuto una reazione allergica che peraltro non mi e’ stata diagnosticata in nessun tipo di test allergologico?
Ancora una volta, seppur con un po’ di amarezza, l’esperienza insegna.
Vedremo come si evolverà la cosa…
Ho trovato interessante il tuo articolo. Hai delle info in merito al tradizionale sistema liquido /polvere di la femme professionnel?